Enuresi notturna

Aprile 24, 2021

CHE COS’È

Perdita involontaria di urina durante il sonno in bambini di età superiore ai 5 anni.

Fenomeno frequente che può essere curato. 

La pipì a letto è un disturbo diffuso: circa il 5-10% dei bambini di 7 anni bagna regolarmente il letto e il problema può persistere fino all’adolescenza o addirittura all’età adulta.

Questa problematica a volte viene sottovalutata dalla famiglia ma andrebbe affrontata presto in quanto è motivo di ansia nel bambino e determina una serie di problemi per i genitori che vanno da quelli pratici come dover lavare la biancheria al trascorrere notti insonni.

QUALI SONO LE CAUSE

Nella maggior parte dei casi, la pipì a letto è causata da:

  • Una sovrapproduzione di urina durante la notte (la cosiddetta poliuria notturna);
  • Una capacità ridotta della vescica (come se fosse più piccola);
  • Difficoltà a svegliarsi allo stimolo di vescica piena. 

Quest’ultimo fenomeno aggrava la condizione e rappresenta il problema da risolvere per arrivare alla guarigione dell’enuresi.

Un aspetto importante da indagare con estrema sensibilità e che può riguardare le cause di enuresi notturna in alcuni bambini (in particolare nella forma regressiva) è la presenza di stress psicologici, conflittualità nell’ambito della famiglia, nascita di fratellini/sorelline, lutti recenti o eventuali maltrattamenti. 

Comorbidità neuropsichiatriche strettamente associate con l’enuresi notturna sono il deficit di attenzione e iperattività (ADHD) ed i disturbi del comportamento in generale. 

La pipì a letto è indubbiamente un disturbo ereditario e in circa il 70% dei casi almeno un familiare ha o ha avuto lo stesso problema da piccolo.

COME SI MANIFESTA

I bambini che soffrono di enuresi non riescono a svegliarsi di notte per fare la pipì, quando la loro vescica è piena.

Il bambino ha un sonno di bassa qualità con risvegli incompleti e durante la notte muove improvvisamente gambe e braccia come per il tentativo di svegliarsi ma senza riuscirci (problema di risveglio).

L’enuresi mono-sintomatica, si presenta da sola ed è spesso è associata a un’eccessiva produzione di urina durante la notte e/o ad un difetto di risveglio, ma non ci sono altri deficit fisici.

Invece, quando sono presenti sintomi vescicali durante il giorno si parla di enuresi non-monosintomatica. In questo caso possono essere presenti problemi vescicali che andrebbero prima trattati.

Tra i sintomi vescicali diurni troviamo: 

– Andare in bagno troppo di frequente, o troppe poche volte, o con grande urgenza;

– Fare pipì di volume molto piccolo;

– Bagnare le mutandine o addirittura bagnare gli indumenti.

L’enuresi è chiamata secondaria quando non è presente da sempre, ma compare in un secondo tempo, dopo almeno un anno in cui non si è mai bagnato il letto. In questi casi va presa in seria considerazione una causa fisica o una sindrome psicologica, per cui vanno indagati altri sintomi in tal senso.

COSA FARE

È importante sapere che si può fare qualcosa per evitare di bagnare il letto e non limitarsi ad aspettare fiduciosi la risoluzione con la crescita. 

Nessun bambino dovrebbe svegliarsi in un letto bagnato

Deve essere ben chiarito che se un bambino bagna il letto non è colpa di nessuno: né del bambino né dei genitori. Il ‘senso di colpa’ dei bambini, anche se non manifesto, contribuisce molto al senso di malessere e di imbarazzo, con una conseguente perdita della stima di sé stessi e insicurezze anche in altre attività. A loro volta, i genitori possono sentirsi colpevoli e incapaci ad affrontare una situazione difficile e poco chiara. 

Dare consapevolezza al bambino, lo aiuta a non sentirsi solo, spiegargli che ci sono altri bambini nella sua scuola, forse nella sua classe, con lo stesso problema aiutandolo così a combattere un naturale ma pericoloso senso di colpa. Una completa e corretta spiegazione del perché si fa la pipì a letto, quindi, rimuove la vergogna e il senso di colpa, coinvolge il bambino e lo motiva ad affrontare la cura.

Una volta verificato che il bambino vuole affrontare il problema, si può iniziare il trattamento, innanzitutto con una visita pediatrica che escluda altre malattie.

COME SI FA LA DIAGNOSI

Il pediatra curante dovrebbe innanzitutto escludere rare malattie del sistema nervoso che controllano il funzionamento della vescica o disfunzioni anatomiche del tratto urinario, infezioni urinarie e diabete giovanile.

Indispensabile sarà verificare se l’enuresi notturna è accompagnata da incontinenza fecale o stipsi, disturbi ostruttivi della respirazione nel sonno, obesità.

Un aspetto troppo sottovalutato e invece molto importante è che molti bambini con enuresi hanno un’importante stitichezza, ma i genitori non lo sanno. Da una parte, dopo i primi anni di vita non si controlla se il bambino svuota regolarmente l’intestino. D’altro canto sono numerosi i bambini che soffrono di stitichezza, spesso per via di cattive abitudini alimentari e di abitudini di vita trascurate.

Ma nel bambino che bagna il letto e ha magari anche sintomi vescicali di giorno, avere un intestino regolare è fondamentale, perché un intestino pieno diminuisce la capacità della vescica, togliendole spazio.

Regolarizzare l’intestino è il primo passo nella cura del bambino che soffre di enuresi notturna, e che talvolta è sufficiente per avere miglioramento o addirittura guarigione dell’enuresi.

Se si escludono le cause anatomiche e neurologiche non risultano necessari esami come ecografia o esame urodinamico.

Per capire il comportamento urinario del bambino, verrà dato ai genitori un diario minzionale da compilare, dove verrà annotato il volume e l’orario delle minzioni, assieme agli episodi di perdite urinarie (2-3 giorni consecutivi)

Confrontando i volumi annotati con i valori normali in millilitri per quell’età (che si ottengono moltiplicando per tre gli anni del bambino e aggiungendo 30) si capisce se il bambino soffre di una riduzione della capacità della vescica urinaria e in questo caso risulta utile un training vescicale. Il diario permette anche di valutare se c’è un eccessivo, o troppo raro, numero di minzioni al giorno, tenendo presente che la frequenza normale per un bambino è tra 4 e 7 pipì al giorno, per cui 8 è troppo e 3 è troppo poco. Per capire se il bambino soffre di poliuria notturna basterà annotare i volumi delle minzioni notturne.

Questo si ottiene misurando il peso del pannolino la sera prima del sonno e la mattina seguente al risveglio. La differenza nel peso dei pannolini aggiunto al volume della prima minzione mattutina rappresentano il volume totale di urina prodotta nella notte. A questo punto lo specialista potrà confrontare il risultato con i normali valori di riferimento della poliuria notturna accettati a livello internazionale.

COME SI CURA

Ecco le regole fondamentali:

– Trattamento comportamentale e di sostegno al bambino;

– Buona abitudine di bere al mattino;

– Evitare bevande gassate e caffeina il pomeriggio;

– Mantenere regolare lo svuotamento intestinale.

In alcun casi è necessario l’utilizzo di un farmaco che riduce la produzione di urina nella notte (deficit di ormone antidiuretico).

Utilissime le sedute di fisioterapia per la vescica (training vescicale) allo scopo di insegnare come si controllano gli stimoli e come si rilassano i muscoli per una minzione completa.

Nel bambino con enuresi, come in tutte le persone, la sensazione di vescica piena dovrebbe svegliarlo per andare al bagno, ma questo non accade per una difficoltà del cervello a ricevere durante il sonno lo stimolo di risveglio quando la vescica è piena.

L’allarme notturno funziona mettendo un sensore sugli indumenti intimi, che stimola un allarme con un suono nel momento in cui escono le prime gocce di urina. Il suono dell’allarme sveglia il bambino che può andare così al bagno a urinare. Il cervello del bambino enuretico inizia ad associare il suono dell’allarme con la sensazione di vescica piena e lentamente, con il tempo, la sensazione di vescica piena inizia a funzionare come l’allarme, per cui il bambino si sveglia in tempo e va in bagno rapidamente a svuotare la vescica senza bagnare il letto. L’allarme produce quindi un vero e proprio allenamento del cervello a rispondere al segnale di vescica piena durante il sonno usando il principio del condizionamento. Un elemento chiave per il successo con l’allarme è la motivazione: il bambino deve aver ben capito che svegliarsi al suono dell’allarme lo aiuterà a risolvere il problema. Anche i genitori e tutta la famiglia devono essere convinti e collaborare per poter ottenere risultati validi.

QUANDO INIZIARE LA CURA

Non c’è una regola precisa per decidere quando iniziare la cura dell’enuresi notturna. Ma si è stabilita un’età approssimativa di 6 anni. 

È stato calcolato che mediamente lo svezzamento dal pannolino avviene nelle femmine tra 1,5 e 2,5 anni e nel maschietto a 2,5-3,5. Quindi un bambino che a 4-5 anni ancora bagna il letto va in qualche modo tenuto d’occhio, soprattutto se c’è una familiarità (genitore, zio, cuginetto) per enuresi. A quest’età è già possibile insegnare buone abitudini per la vescica, l’intestino e l’apporto di liquidi.

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