Le disfunzioni del pavimento pelvico colpiscono circa un quarto della popolazione adulta, in gran misura donne, e solitamente si manifestano con sintomi di stitichezza, incontinenza, segni di prolasso d’organo o difficoltà o impossibilità ad avere rapporti sessuali.
Alcuni tra i fattori predisponenti possono essere i parti naturali, i traumi, gli interventi chirurgici, l’obesità, la tosse cronica, alcune patologie neurologiche e disturbi cognitivi.
Questi problemi non influenzano la durata media della vita ma incidono in maniera considerevole sul quotidiano e nella qualità della vita del paziente.
Il progressivo invecchiamento della popolazione gioca un ruolo importante nell’aumento dell’incidenza di queste patologie e, con essa, dell’impatto sociale di questi disturbi in termini di costi sanitari, perdita di produttività e ridotta qualità di vita.
Se si considera che almeno il 10% della popolazione femminile presenta disturbi rilevanti, in Italia più di un milione di donne (su circa 12 milioni nella fascia di età tra 50 e 85 anni) richiedono assistenza medica per un problema di disfunzione pelvica. Di queste, il 60% può semplicemente giovarsi di una correzione dello stile di vita, dieta appropriata e ginnastica. Nel 30% dei casi può essere necessario un trattamento riabilitativo mirato (esercizi di Kegel e/o biofeedback). Una reale indicazione chirurgica esiste solo nel 10% circa dei casi.
Come appena detto, sono patologie assai diffuse ma sommerse in quanto i pazienti provano spesso imbarazzo e non ne parlano con il proprio medico; dall’altra parte, vengono spesso fornite indicazioni errate sia da amiche ma anche da specialisti, andando a peggiorare la sintomatologia di base.
I disturbi del pavimento pelvico femminile vengono divisi in due grandi categorie che riguardano le disfunzioni della componente statica e le disfunzioni della componente dinamica; in alcuni casi queste problematiche si integrano tra di loro.
Tra le varie patologie troviamo:
- Prolasso d’organo: caratterizzato dalla discesa verso il basso dei visceri pelvici. A seconda dell’organo sceso troviamo un cistocele (vescica) isterocele (utero) rettocele (retto) enterocele (anse intestinali). In genere la paziente presenta una sensazione soggettiva di ingombro vaginale che peggiora dopo sforzi o alla fine della giornata. In alcuni casi può essere presente difficoltà alla minzione o alla defecazione in quanto l’organo prolassato funziona da “tappo” creando ostruzione.
- Beanza vulvare e rumori vaginali: sintomatologia presente spesso dopo il parto o un intervento chirurgico importante. In determinate posture (sedere in alto) l’aria entra in vagina e ritornando in posizione eretta esce producendo rumore. Spontaneamente viene contratta la muscolatura pelvica che porta ad aumentare il rumore. Queste pazienti tendono ad avere una morfologia particolare (distanza ano-vulvare piccola e piccole labbra di dimensioni ridotte) che non permette la chiusura completa dell’introito vulvare. Quando la paziente cambia posizione il diaframma risale e crea una sorta di aspirazione. Ovviamente durante il parto questa problematica peggiora, utile una educazione comportamentale agli sforzi e ai cambi di posizione ed un eventuale rieducazione pelvica dopo il parto. Da ricordare che il deficit della muscolatura non è la causa principale ma è un fattore di peggioramento.
- Problematiche minzionali: vengono suddivise in disturbi della fase di riempimento, disturbi della fase di svuotamento e disturbi post minzionali.
- Disturbi della fase di riempimento come incontinenza urinaria, (qualsiasi perdita urinaria in luoghi e tempi socialmente non accettabili) urgenza con o senza incontinenza, sindrome della vescica iper-attiva, pollachiuria (aumento della frequenza minzionale) nicturia (necessità di svegliarsi più volte per note).
Disturbi della fase di svuotamento come esitazione pre-minzionale (difficoltà ad iniziare il getto), mitto intermittente, mitto debole, necessità ad utilizzare il torchio addominale.
Disturbi post minzionali come la sensazione soggettiva di incompleto svuotamento e lo sgocciolamento involontario di urina dopo la minzione.
- Disfunzioni del dolore sessuale come vaginismo e dispareunia: Caratterizzati dalla impossibilità o dalla difficoltà ad avere rapporti sessuali e dalla mancata soddisfazione durante questi per la presenza di dolore o fobia.
- Vulvodinia
- Incontinenza fecale: perdita involontaria di feci solide o liquide, talvolta accompagnata dalla perdita di gas.
- Sindrome della defecazione ostruita
- Sindrome del colon irritabile
- Stipsi
- Malattia emorroidaria caratterizzata da un sanguinamento, bruciore, dolore, gonfiore a livello del canale anale e sostenuta quasi sempre oltre che dalla dilatazione dei vasi venosi che compongono il plesso emorroidario anche dalla presenza di prolasso della mucosa e talvolta di tutta la parete del retto.
In queste pazienti è spesso presente un aumentato tono della muscolatura sfinteriale.
- Vaginiti
- Vaginosi