La prostatectomia radicale rappresenta il trattamento gold standard per il carcinoma della prostata. Con questo termine si indica l’intervento chirurgico che prevede l’asportazione in blocco della prostata e delle vescicole seminali, e la successiva anastomosi vescico-uretrale.Il tipo più comune è la prostatectomia retropubica radicale, in cui si rimuove la prostata tramite un’incisione addominale, consentendo la contemporanea rimozione dei linfonodi pelvici, laddove la si ritenga opportuna. Un altro tipo è la prostatectomia perineale radicale, in cui l’incisione è praticata a livello del perineo, la regione fra lo scroto e l’ano. Alle diverse modalità di accesso chirurgico alla ghiandola prostatica, più di recente si è aggiunto l’ approccio laparoscopico. La finalità della prostatectomia radicale è l’ eradicazione del tumore ritenuto localmente confinato alla ghiandola prostatica. Questo trattamento viene infatti classicamente riservato a pazienti con neoplasie in stadio T1 (T1a, T1b, T1c) – T2 (T2a,T2b).
Le complicanze più frequenti che derivano dall’intervento sono l’incontinenza urinaria e la disfunzione erettile, causata dal danno nervoso conseguente alla rimozione del massa tumorale. L‘ incontinenza urinaria dopo prostatectomia radicale è ancora un problema significativo. Anche se in questi ultimi anni la sua percentuale è diminuita, soprattutto per la migliore comprensione della fisiopatologia e per gli sviluppi della tecnica chirurgica, la sua prevalenza è probabilmente aumentata in seguito al drastico incremento degli interventi di prostatectomia radicale; la prevalenza dell’incontinenza urinaria post prostatectomia varia dal 2% al 60%.
I fattori di rischio per l’ incontinenza dopo prostatectomia radicale comprendono l’ età del paziente al momento dell’intervento, lo stadio della malattia, la tecnica chirurgica utilizzata, la condizione di continenza preoperatoria, l’eventuale terapia radiante eseguita.
L’ età avanzata e la presenza di altre patologie porta ad una influenza negativa sul recupero della continenza. Dopo prostatectomia radicale l’ incontinenza può essere causata per il 10% da disfunzione vescicale (iperattività detrusoriale, ridotta compliance, ipoattività detrusoriale durante la minzione) e per il 90% da disfunzione sfinteriale, in un terzo dei pazienti troviamo una combinazione delle due.
La debolezza o incompetenza dello sfintere intrinseco e l’iperattività detrusoriale sono citate come la cause più importanti dell’incontinenza post operatoria, per questo motivo, la riabilitazione pelvica può essere uno strumento importante per migliorare o rimuovere completamente la sintomatologia presentata dal paziente.
Tecniche utilizzate:
- Chinesiterapia pelvi-perineale: Insieme di tecniche di attivazione muscolare che hanno come scopo il miglioramento della funzione statica e dinamica. Importanza della consapevolezza del proprio corpo. Prevede l’informazione del paziente, la presa di coscienza, l’esecuzione attiva dell’esercizio e la sua automatizzazione. Porta ad una riprogrammazione sensitiva e motoria che coinvolge la muscolatura, il SNP e il SNC.
- Biofeedback: Permette la conversione di un segnale biologico riferito ad una funzione organica (contrazione o rilassamento muscolare) in un segnale visivo o sonoro. Il paziente attraverso il ritorno informazionale sarà poi in grado di apprendere, riconoscere e infine correggere eventuali pattern dissinergici. E’ basato sulla terapia comportamentista. Prevede l’utilizzo di sonde endocavitarie elettromiografiche o pressorie.
- Elettrostimolazione : Tecnica passiva di propriocezione con effetto diretto sulle fibre muscolari; permette l’attivazione della motilità volontaria e il miglioramento del controllo neuromotorio e della inibizione detrusoriale con effetti positivi sul trofismo e sulla forza muscolare.
- Terapia comportamentale
Associando queste tecniche, si elabora il trattamento che prevede la presa di coscienza del proprio piano perineale, il miglioramento della sensibilità, del tono e della forza muscolare, della capacità di contrazione, la correzione di alterazioni della statica pelvica, l’ottimizzazione degli automatismi, il ripristino di sinergismi respiratori addomino-pelvici e il recupero di una qualità di vita soddisfacente.