Vaginosi

VAGINOSI
La vaginosi o vaginosi batterica è la causa piu comune dei disturbi vaginali delle  donne in età fertile (60%) ed è rappresentata dall’aumento della flora batterica anaerobica, cioè quei microrganismi che non vivono in presenza di ossigeno. Il termine vaginosi, non indica una vera e propria infezione batterica, ma una modificazione dell’equilibrio dell’ecosistema della microflora vaginale con sostituzione della normale flora lattobacillare da parte di uno sviluppo abnorme di germi commensali. Uno dei batteri più frequentemente responsabile delle vaginosi batteriche è la Gardnerella vaginalis unico batterio conosciuto del genere Gardnerella. La vaginosi viene spesso considerata una patologia banale ed è di conseguenza curata male e con trattamenti inefficaci, che a volte vanno a peggiorare la sintomatologia.  A livello vaginale i batteri patogeni sono costantemente tenuti sotto controllo dai lattobacilli, i quali riescono a vivere sia in presenza che in assenza di ossigeno ed impediscono la riproduzione eccessiva di  batteri e quindi la possibilità di creare malattia infettiva. Questo avviene perchè i lattobacilli sono in grado di produrre acqua ossigenata, cioè acqua ricca di ossigeno, che impedisce la sopravvivenza o la riproduzione dei batteri anaerobi. La caratteristica piu importante dei lattobacilli è la capacità di metabolizzare il glicogeno presente nelle secrezioni vaginali in acido lattico, con conseguente abbassamento del ph vaginale trasformando l’ambiente ideale per loro, ma sfavorevole ai patogeni. La presenza di estrogeni modifica la quantità di glicogeno a disposizione dei lattobacilli, quando la concentrazione di questi ormoni è bassa la disponibilità di glicogeno diminuisce con conseguente aumento del PH vaginale e maggior esposizione al rischio di infezioni da patogeni. In condizioni normali, il rapporto tra flora lattobacillare e commensali (germi patogeni silenti) è 9/1, nella vaginosi, il numero di commensali, aumenta in maniera importante, andando a superare la quantità dei lattobacilli e in casi gravi, questi ultimi vengono completamente sostituiti.
La vaginosi è caratterizzata da abbondanti perdite giallo-verdastre e maleodoranti,  l’odore tipico della vaginosi è simile all’odore di pesce. La quantità e l’odore delle perdite peggiorano prima e dopo la mestruazione e dopo rapporti sessuali perchè sangue e sperma alcalinizzano l’ambiente vaginale favorendo il rilascio di poliamine che sono responsabili del tipico odore di pesce. I prodotti di scarto dei batteri provocano a lungo esfoliazione dell’epitelio vaginale e danni allo stesso fino ad arrivare a problematiche quali dispareunia, vaginismo o vere e proprie infiammazioni.
La diagnosi di vaginosi viene posta se sono positivi questi criteri clinici: secrezioni abbondanti giallo-verdastre (leucorrea) uniformi, ph vaginale maggiore di 4.3 e odore di pesce.
La terapia ideale della vaginosi dovrebbe essere efficace su un vasto gruppo di microrganismi visto che l’infezione è dovuta a più patogeni in contemporanea. La cura migliore viene fatta attraverso l’utilizzo di lattobacilli locali e sistemici che vanno a migliorare l’ecosistema vaginale chi mi porterà alla diminuzione dei microrganismi patogeni.
In alcuni casi ben selezionati è utile una terapia antibiotica. Da letteratura i farmaci di elezione sono il Metronidazolo, il Tinidazolo e la Clindamicina.

La terapia migliore rimane comunque la prevenzione, questo permette di evitare la vaginosi, le complicanze come spiegato in precedenza e le recidive:
– corretta igiene intima, evitando l’uso di saponi aggressivi che possono alterare il normale grado di acidità dell’ambiente vaginale
– evitare lavande vaginali aggressive che portano ad una alterazione del PH vaginale
– assunzione di probiotici in relazione ad una terapia antibiotica
– utilizzo di biancheria di cotone
– evitare indumenti troppo stretti che possono creare una ambiente umido con

conseguente alterazione del PH
– durante il rapporto sessuale in soggetti a rischio utilizzare metodi contraccettivi barriera (preservativo)
– evitare detergenti intimi irritanti deodoranti i profumi vaginali
– al mare o in piscina non uutilizzare troppo a lungo il costume bagnato
– preferire coppette mestruali o assorbenti interni e cambiarli ogno 3-4 ore.